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  • Immagine del redattoreGloria Ferrari

Casapound è viva grazie alla nostra (finta) democrazia

Aggiornamento: 29 ott 2020


La maglietta è tutta nera. Al centro si legge “Keep Calm and Viva il Duce”. Il costo si aggira attorno ai 9 euro e puoi comprarla senza grossi sforzi da www.ilduce.net, pagando con carta. Da qualche settimana sono online e ordinabili anche le mascherine, con il volto stampato di Mussolini, ad esempio. Di certo non si può negare che il portale sia perfettamente al passo con i tempi. Di gadget acquistabili, in realtà, ce ne sono a decine. Sarà che la frase sull’homepage invoglia quasi subito a far compere: “Duce sei sempre nel mio cuore”.



In rete si possono trovare circa 3000 pagine che accolgono e raccolgono sostenitori dell’estrema destra. Alcune di queste hanno sede sui social network, tra questi Facebook. Vale la pena partire proprio da qui. A settembre del 2019 Facebook oscurava centinaia di pagine social, considerate di estrema destra perché "Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto sulle nostre piattaforme. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”. Tra i politici, molti messaggi di approvazione. La Boldrini scriveva ad esempio "Bene Facebook. Un altro passo verso l'archiviazione della stagione dell'odio organizzato sui social network". Ora, la domanda sorge spontanea. Per quale motivo l’Italia delega ai social network il compito di debellare simili ideologie, quando dovrebbe essere la stessa politica (che si complimenta) ad occuparsene?



Non è finita qui. A dicembre dello stesso anno, un paio di mesi dopo, il giudice Stefania Garrisi del tribunale civile di Roma, ordinava la riattivazione delle pagine e profili social del movimento e dei suoi amministratori. In seguito, stabiliva l'obbligo per Facebook di pagare 800 euro per ogni giorno di violazione di negata libertà nei confronti delle pagine chiuse. Quant’è strano pensare che il primo vero affronto a Casapound provenga da Facebook, un ente privato e non dallo Stato. Sarà che per anni abbiamo fatto finta di non vedere cosa stava accadendo? Come quando Silvio Berlusconi, ad esempio, a febbraio del 2018, in periodo elettorale, aveva ribadito che “il fascismo è morto e sepolto”, e che il pericolo sta piuttosto nell’antifascismo dei centri sociali. Ecco, mi riferisco a questo. Stiamo ancora pagando le conseguenze di ”sviste” di questo tipo. Da qualche tempo, infatti, movimenti come Casapound e Forza Nuova godono di una discreta visibilità.

Ma perché partiti di questo tipo sono ancora in piedi? L’ordinamento italiano non prevede la possibilità di scioglierli?


La questione è complicata, dal momento che s’inserisce nella discussione il fattore “libertà d’espressione”. Le opinioni sono contrastanti. Alcuni giuristi affermano che esistono i presupposti per scioglierli, perché palesemente vicini al fascismo attraverso azioni e simbologie. D’altronde è la nostra stessa Costituzione a dirlo. In essa si vieta infatti “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Questa disposizione non è stata scritta con la prospettiva di esaurirsi una volta superato il periodo post-bellico. È stata scritta soprattutto per durare e impedire la nascita anche di partiti futuri. Si aggiunge poi la legge Scelba, in cui si stabilisce che si può parlare di fascismo quando un gruppo superiore a cinque persone “persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, minacciando o usando la violenza, […] o denigrando la democrazia o svolgendo propaganda razzista”. Dunque. Non serve voler a tutti i costi mettere su un partito. La legge parla chiaro insomma. È, invece, sul fronte politico che si inizia a perdere l’equilibrio. Per molti, sciogliere partiti come CasaPound e Forza Nuova significherebbe mettere in discussione la libertà di espressione.



Il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano nel 2017 ha provato a far capire allo Stato che gli tocca prima o poi prendere una decisione. Ha proposto, infatti, di aggirare l’inghippo proponendo un disegno di legge contenente il reato di “propaganda del regime fascista e nazista”. Tentativo finito nel dimenticatoio, anche in seguito all’opposizione del Movimento 5 stelle che considerava il provvedimento nemico della libertà. È grazie all’indecisione politica che due militanti di Casapound sono stati assolti, dopo essere stati accusati di aver fatto il saluto romano durante una commemorazione di Sergio Ramelli (militante ucciso a 18 anni perché fascista). Per quale motivo? “Non è chiaro se il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva”. In sintesi, il Tribunale ammette il fascismo purché “solo” commemorativo.


Le diverse annate citate nel corso di questo articolo dimostrano che CasaPound campa illegalmente da diverso tempo ormai (da sempre direi). Le sue ideologie vivono tra noi, si annidano in posti impensabili, in persone che dovrebbero, al contrario, preoccuparsi che la storia non si ripeta. Nel 2016 una professoressa di inglese del liceo Marco Polo sulla propria pagina Facebook aveva suggerito l'eliminazione dei ragazzi musulmani. Non contenta, auspicava il naufragio dei profughi, con tanto di immagine del Duce a fare da cornice.

Su Insorgenze si racconta di un documento ufficiale della Polizia, firmato in calce dal direttore centrale, prefetto Mario Papa. Cosa c’è scritto? Sui fogli si legge “Una organizzazione di bravi ragazzi molto disciplinati, con uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nel rispetto delle gerarchie interne, sospinti dal dichiarato obiettivo di sostenere una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio”. I bravi ragazzi di cui parla sono i militanti di Casapound. Era l’aprile del 2015.



È come se si stesse cercando di “umanizzare” i militanti di movimenti di questo tipo, affibbiargli una missione giusta, buona. Molti, infatti, pensano che un tipico attivista di Casapound si preoccupi delle famiglie in difficoltà (solo quelle italiane, ovviamente), distribuendo pacchi alimentari. Sarà per questo che per molto tempo il partito ha cercato di darsi un’immagine nuova per penetrare all’interno del panorama politico italiano. Perfino la rivista di moda Marie Claire aveva pubblicato un pezzo dal titolo “Che cosa sai veramente delle donne di CasaPound?”, raccontandone usi e costumi, e descrivendo la militante tipo come una brava ragazza che aiuta il prossimo e crede negli ideali (tra questi, si dice, anche la non-violenza).

Secondo quanto detto da Caterina Froio, professoressa associata presso la Scuola europea di scienze politiche e sociali di Lille, in Francia, a Opendemocracy.net, “I partiti più di estrema destra danno visibilità alle personalità femminili, considerate più morbide, in opposizione alla durezza e alla violenza associate alle loro controparti maschili".

Tutte strategie, insomma, per intontire l’opinione pubblica e distoglierla dall’elemento più importante: il fascismo è ancora tra noi perché glielo permettiamo. D’altronde, come diceva Mussolini,


Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall'inconscio degli italiani.

 

Crediti foto: Wikipedia\Pixabay


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